giovedì 25 ottobre 2007

I traslochi della stipsi - considerazioni sul senso della vita. Dal punto di vista del bruco.

Non ci sono alternative a questo mondo: o rompi i coglioni al prossimo oppure ti devi rassegnare ad esserne vittima.
Non fracassi mai le scatole a nessuno, non disturbi, te ne stai sempre chiuso in casa senza fare casino.

Non ti intrometti negli affari altrui.

Ti fai i cazzi i tuoi per tutta una vita e poi guarda cosa ti capita (vedi foto) !!

Qualcuno si sente costipato e gli viene voglia di frutta di stagione:

“Proviamo le susine fresche questa sera!”

Il signorino ha problemi di stitichezza ed ha bisogno di un lassativo.

Potrebbe prendersi la dolce Euchessina, invece no!

Vuole a tutti i costi le susine fresche. E a me tocca traslocare senza neanche uno straccio di preavviso.

Ecco cos’è il senso della vita : perdere tutto per consentire a qualcuno di cagare più sciolto.

Fanculo!

Lacrime sul Tergicristallo ovvero Auto-Single.

Umore buio,
la Dea setolosa che mi detergeva il parabrezza mi ha lasciato.
Mi resta una visibilità scarsa,
un campo visivo torbido.

Ora mi tergo il cristallo a mano.
Ondeggiando ritmico.
Poi d'improvviso spruzzo.
Ed il parabrezza è subito terso.


mercoledì 24 ottobre 2007

Il Ritorno di Scaramella

Un mio caro amico da qualche giorno si sente misteriosamente a disagio.
Ha come l’impressione che tutti lo evitino, che si allontanino da lui.

(nella foto è quello in basso a destra)

In effetti di recente l’ho notato pure io: i suoi colleghi lo lasciano inspiegabilmente da solo in disparte. Pare quasi che cerchino di scansarlo, che vogliano girargli alla larga.

Questa cosa lo innervosisce tremendamente.
E lui ne soffre parecchio. Inizia perfino ad avere delle crisi depressivo-maniacali al punto che si immagina colpevole di oscuri intrighi internazionali, coinvolto in strani omicidi e protagonista di losche trame politiche.

Ieri gli ho parlato per cercare di rassicuralo.
“E’ solo frutto della tua immaginazione”
“Te lo assicuro, tu non sei mai stato a Londra”

“Poi no, mio caro Pollonio, tu non conosci proprio nessuna spia russa e non hai mai avuto niente a che vedere con il dossier Mitrokhin”
“E non credo proprio che tu sia radioattivo".

Sponde di complementarietà esistenziale nel rapporto di coppia.


Trent'anni della vita a cercare la giusta buca in cui finire i tuoi giorni.
Il fato, la sfiga, le sponde sbagliate e mai la fortuna di poter vincere nemmeno una misera una partita. Nemmeno un consolatorio fortuito orgasmo di ripiego.
Poi il lampo di genio ti illumina.
Provassi a mettere un pochino di gesso sulla punta della stecca ?

Miciulì

Ti fai chiamare Miciulì.
Affamata gattina trentacinquenne che mi porti a zonzo sul bagnasciuga sassoso della tua ultima spiaggia in una romantica tiepida serata estiva.
Scalzi si cammina male, si scivola tra i sassi e le onde.
E per non cadere ci si sorregge l’un l’altra.
Ti appoggi a me, mi tocchi le braccia, sfiori la mia pelle che si fa più sensibile con la tua prossimità.
Hai dichiarato solennemente che la nostra sarà solo una platonica amicizia duratura, che mai sarà trascinata dai flutti ormonali sulla zattera di un piacere sensuale.
Sei decisa, padrona dei tuoi sensi, certa della tua volontà.
Voi essere solo la mia donna-per-amico.
Ti senti un Manager femmina dominatrice della propria esistenza,
pianificatrice attenta del magro budget dei suoi sentimenti.
Hai il controllo pieno sui moti dell’animo, sai calcolare bene il costo futuro di certe azioni e sei capace di tenerti distante da ogni rischio.

Ma perché allora sul tonfo sonoro di un’onda più intensa, non attendi neppure la risacca, sillabandomi ancora il tuo bel nome, sposti l’accento, diventi interrogativa e sussurri a due dita dal mio lobo auricolare :
“Mi-ciuli ?”

Spiazzato!

Rifletto sulla femminea metamorfosi : da crisalide felina
impenetrabile, a farfallona golosa, suina insaccabile,
mutata nel batter di un flutto.

Astronomo-playboy


Te-le-scopi per avvicinarti alle stelle.

Poi ti rimetti i calzoni e riponi l’astronave nell’angar.

mercoledì 10 ottobre 2007

Sapienza proverbiale



Bisognerebbe ricordarsi sempre di apprezzare la saggezza popolare racchiusa nei proverbi, invece spesso ci lasciamo distrarre dai problemi quotidiani e magari trascinare dalla cupidigia, andando incontro a tristi conseguenze che avremmo potuto facilmente evitare, se solo avessimo avuto un poco più di attenzione per queste piccole perle di saggezza che tutti conosciamo.

Qualche tempo fa avevo bisogno di una certa somma di denaro contante “pronta cassa”, per risolvere il problemino ho avuto un’idea veramente originale: ho venduto la pelle di un orso senza averlo ancora catturato.

Abito vicino ad un parco naturale e nelle foreste della riserva ne vivono davvero tanti di orsi. Mi pareva un buon affare, ho incassato all’istante da un avido trafficante un discreto anticipo.

Quando sono andato a cercare l’orso, per ghermirgli il pelo, questo non si è però dimostrato troppo in accordo con il mio piano, c’è stata una colluttazione e lui ha avuto

la meglio, mi ha riempito di botte e sono dovuto scappare.

Il mattino seguente di buonora ero ancora a dormire, quando hanno suonato alla mia porta, sono andato ad aprire : era l’orso.

E’ venuto a sapere della storia dell’anticipo, mi ha minacciato e dopo avermi frantumato gli occhiali, mi ha estorto con la forza l’intera cifra che mi avevano dato per la sua pelliccia.

Adesso per restituire i soldi mi sono dovuto indebitare, ho chiesto un prestito ad un tasso che fa l’usuraio ed ha la tana nei dintorni del parco. Se non glielo rendo entro un mese si trasferisce in casa mia.

Spine d'altri tempi.

Le tue faraoniche opere di ingegneria sentimentale sono edifici utili solo per l'archeologia oppure per grigie e tristi speculazioni matrimoniali.

Mistica Cleopazza collaudatrice di enteroclismi,
non mandarmi rami di rose senza petali ne boccioli per festeggiare il tuo triste San Valentino:
limitati alle sterili invettive.

Non è affar mio se ora ti scopri rugosa e malamente invecchiata.
Le spine dei rametti per me sono solo un fastidio di nessun dolore,
inutile sperpero di memoria che non cura il bruciore delle tue malattie professionali.

Il tuo ano è infiammato perché hai sbagliato mestiere,
non per altro sentimentale motivo.

Micosi erotica


L’amanita falloide si accoppiò con il porcino vaginoso.

L’amplesso, un fungo atomico.

L'altra metà della mela


La sorpresa spesso è proprio là dentro, dove avevamo sognato di sbucciare un cuore palpitante.
Anche solo trovare dolce polpa sgranocchiabile, sarebbe andata benissimo.
Invece semini rinsecchiti in un abbraccio di marciume nemmeno commestibile.

ovatta sentimentale

In un cestino colmo di batuffoli di cotone ho adagiato un pensierino.

E’ così delicato che posso appoggiarlo solo lì.

Te lo regalo,

portalo dove vuoi.

Ma fai con cura quando lo solleverai,

non svegliare la farfalla che ci dorme dentro,

un batter d’ali potrebbe mutarne la forma.

I sentimenti ovattati sono delicati, più leggeri di un soffio,

se non li tratti con cura mutano sapore e aspetto.

E alle farfalle tutto questo non interessa.

Umido

Marachello qui è così umido, non mi parlare dei tuoi reumatismi.
La muffa già mi assale, mi sento cemento di cantina freddo e ricoperto di peluria biancastra, di un cotone sporco.
Sono vecchio incanutito e non è curativo ripetere troppo spesso i gargarismi con i mea culpa dei pentimenti postumi di una vita spesa male.

Non mi ricordare i dolori delle tue articolazioni in umido.
Delle tue spese inopportune che hanno saputo comprare solo pentimenti.
Le tue ansie mi mettono il fiatone.
Qui nel polveroso pavimento l’acaro è a buon mercato, non è permesso inspirare troppo a polmoni pieni, si rischia di sporcare il filtro della coscienza.
Congestioni gratuite di sensi di colpa che fanno annaspare.

Cambia registro, ma non mi parlare neppure delle tue ossa buche.
Odore di funghi e sentore di verruche non concimano i miei pensieri da asparago a sufficienza per nutrirne una corretta crescita verticale, ambiziosa e appuntita.
Sono sviagro, floscio e ammosciato, senza pepe, insipido e scondito.
Il mio sogno sa solo essere un risotto senza funghi, guarnito dalla besciamella dei rigurgiti di una dignità densa e tiepida.
Non tediarmi. Mi fai male così.

Marachello rilassati questa è una cantina.
Liquido dietro il vetro impolverato c’è lui.
Il fermento d’uva spremuta.
Ci asciugherà il turpiloquio dalle lacrime dei dispiaceri, inventati e veri.
E i tuoi reumi li potrai riporre in barca, per questa sera almeno, lasciamoci condurre alla deriva.